Il cataplasma o impacco di fango

La terra per la preparazione si prende scavando circa dieci centimetri, preferibilmente sui greti dei fiumi, sotto una leggera vegetazione. Non deve essere terreno concimato, adibito a coltivazione intensiva. Va bene anche la terra del proprio giardino purché non ci siano animali domestici che la sporchino con le loro deiezioni e risponda alle caratteristiche appena descritte. Evitare di usare  l’argilla al posto della terra perché ha l’effetto contrario a quello desiderato. Dopo averla presa la si passa con un setaccio in modo da togliere eventuali sassolini e pietruzze. Se non la si vuole prendere in natura si può ordinare in erboristeria oppure online a questo sito.

terra

 

Una volta setacciata si passa all’impasto  miscelando la terra raccolta con dell’acqua fredda, se è estate meglio raffreddarla in frigo, fino a darle una consistenza tale che da rimanere attaccata al mestolo di legno

Cataplasma piccolo

A questo punto  adagiare sul tavolo una fascia elastica, tipo quelle che si usano dopo il parto,  sopra dei fogli di giornale per l’acqua in eccesso e sopra ancora un telo di cotone bianco.
Fondo cataplasma piccola

Infine si stende uno strato di fango di circa mezzo centimetro aiutandosi con il dorso del mestolo intinto nell’acqua. L’ampiezza deve essere sufficiente a coprire dalla base dello sterno fino al pube compreso.
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Si fa quindi stendere l’infermo sopra e si chiude il tutto fissando la panciera con degli spilloni. Dev’essere stretta in modo da trattenere il fango negli spostamenti notturni, ma non troppo per non impedire la respirazione. La terra utilizzata potrà essere rigenerata ponendola all’esterno in un contenitore di legno o cartone grezzo, ritirandola quando piove, per circa una settimana, si potrà così riutilizzare per i successivi cataplasmi.
Avvertenza: l’applicazione del cataplasma sul ventre va sempre effettuata con il corpo ed ambiente caldo, per cui in caso contrario si praticheranno delle frizioni sul ventre e sui piedi con il guanto di crine, e per mantenere i piedi ben caldi ci si può aiutare con la borsa dell’acqua calda, comode quelle ad energia elettrica. Una volta tolto il fango dal ventre, da sotto le coperte, curare la reazione di calore mantenendo il corpo ancora fasciato nella lana per mezz’ora circa.
Per le applicazioni locali, consigliate su qualsiasi problematica locale eccetto che per le ferite aperte e sanguinanti, lo spessore è invece da un centimetro a due e mezzo. Preferibilmente vanno abbinate a quello sul ventre,  sede principale dell’attività organica. Nelle applicazioni locali il fango va rinnovato in relazione all’entità dell’infiammazione, più la zona è infiammata e più velocemente si riscalda. A volte occorre cambiarlo anche ogni venti minuti perché una volta riscaldato perde anche la sua azione antidolorifica e disinfiammante. Quello sul ventre invece si mantiene tutta la notte senza rinnovarlo.
Per la descrizione degli effetti salutari leggete cosa dichiara l’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla fangoterapia qui.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA                     Esempio di cataplasma piccolo per applicazione locale sul nervo trigemino                                                                                     infiammato.

 

Fangoterapia